Descrizione
STANZA 1 | Bestiario Architettonico
Il Bestiario Architettonico di Emmanuele Lo Giudice non descrive animali mostruosi, ma entità architettoniche pensate come presenze vive che tendono all’estinzione. Una raccolta di figure oniriche, figure simboliche e allegoriche da cui traiamo nuovi insegnamenti, sogni che racchiudono una verità latente. Un bestiario di architetture feroci, questo, che si impongono nello spazio come presenze eccezionali con le quali ci confrontiamo. L’unico strumento possibile per tenerle a bada è il disegno perché, più nitidamente queste saranno disegnate e con più facilità saranno domate.
Per le loro caratteristiche queste architetture sono assimilabili a dei “mostri”, ai dei mirabilia, a quei fenomeni strabilianti che racchiudono in se valenze positive e negative allo stesso tempo. Il termine mostro, infatti, deriva dal latino “monstrum” che vuol dire portento, prodigio. Al mostro sono attribuite delle caratteristiche straordinarie per le quali ci si discosta profondamente rispetto ad altre realtà considerate nella norma. Per Foucault “la mostruosità rappresenta il dispiegamento di tutte le irregolarità possibili attraverso il gioco della natura. In questo senso, il mostro si presenta come il principio di intelligibilità di ogni anomalia possibile“. Nella nostra contemporaneità, l’anomalia è ciò che tende a contrassegnare l’essere umano e la sua architettura da ciò che lo uniforma e livella il nostro mondo, è il prezzo di una distinzione dialettica difforme dalla “regola generale”.
In conclusione, questo bestiario architettonico racconta, di “poderosi mostri”, custodi della città. E niente e nessuno, neanche gli “angeli necessari” di Cacciari, possono tenerli a bada.
Le 5 stanze
- Bestiario architettonico
- Nuovo bestiario architettonico
- Maschere – angeli, mostri e vittime
- Il Minotauro Liberato
- Paesaggi
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