Descrizione
Per un’architettura aniconica con l’uso volontario di una terminologia abusata, il filo rosso sottolinea profili sulla faccia del mio collage surreale.
Faccia a Faccia – In assenza di simboli questa non è più la facciata di una chiesa. È una molteplicità di cose. Un dettaglio, un filtro, un diaframma, una veletta, una maschera, un merletto, una griglia, una musharabia, una gelosia, una texture, un disegno astratto su cui intessere infinite trame e profili. Una campionatura, un testo, una pagina già scritta e da riscrivere. Per rallegrare le atmosfere lugubri in circolazione ed esorcizzare ogni tanto l’arida metafisica, un pò di POP.
Fotomontaggio digitale basato su foto di dettaglio di una facciata, Concattedrale di Taranto, Gran Madre di Dio, Gio Ponti, 1967; sullo sfondo foto di Patrick Demarchelier, Madonna, 1980
La Saga della Linea Rossa
“Il filo rosso” sottile che attraversa i miei quadri e che in Concetto Lineare sono riuscita, assieme a Motorefisico, a rendere “tangibile”, è l’elemento che tesse la trama invisibile di geometrie relazionali tra cose apparentemente distanti tra loro per forma e significato che prendono vita nei paesaggi metafisici dei miei collage surreali. Questi si compongono di frammenti di foto e disegni di architetture, opere d’arte, installazioni, ma anche infrastrutture, tralicci, corpi, animati o inanimati, forme archetipiche, linee di tensione, personaggi fiabeschi o mitologici.Tutti assieme, riescono ad essere rappresentativi delle mie ossessioni sul processo creativo e progettuale e in generale del mio immaginario di riferimento.
Il fil rouge attraversa questa molteplicità di immagini cucendo la trama di un unico racconto visivo.
Ma il filo rosso è anche l’occhio di chi osserva, lo sguardo che scorre, scivola, registra, elabora. Oggetto bidimensionale, linea spezzata ma continua che unifica lo spazio, schiaccia e afferra le linee della prospettiva, le direzioni sul piano. Entra ed esce dalla scena poiché non si interrompe mai. È segno che trasforma il quadro ma sottolinea altri segni. Si sovrappone all’immagine, inventa un nuovo tracciato rileggendo e rielaborando ciò che è già dato, ciò che è già presente
nell’immagine.
Il filo rosso è sintesi astratta del senso che io attribuisco al progetto, in architettura o nell’arte. Nasce e si sovrappone ad altri segni, è rielaborazione del già dato, plusvalore di significato e forma, riscrittura di un nuovo testo, alfabeto di nuovi segni generati da altri segni, che può riconfigurarsi e riprodursi all’infinito dando sempre nuovi scenari.
Il filo rosso rende oggettivo l’impalpabile.
Il filo rosso è la memoria di uno sguardo di un istante sulle cose che ha intercettato. È la memoria selettiva del mio sguardo parziale. Traccia visibile del passaggio, in quel luogo o in un frammento di spazio limitato bidimensionale, altrimenti destinato a perdersi. Linea continua ma spezzata attraversa l’immagine riorganizzandone lo spazio, costituisce un nuovo ordine disgregandone l’assetto apparente delle geometrie. Segno senza interruzione che disallinea, afferra e schiaccia altri segni esistenti sul piano, non ha inizio e non ha fine perché è un progetto aperto. Prosegue indicando una direzione anche se non si sa verso dove…
Cecilia Anselmi
CONCETTO LINEARE – TUTTE LE OPERE –
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